Floating Whispers

Il settantadue è un numero che mi piace. C'è un perché, dopotutto. Nel 72 dC un certo Vespasiano, uno ricordato più per l'invenzione dei bagni pubblici che per altro (e di cose ne ha fatte), diede il via alla costruzione di una cosetta chiamata Anfiteatro Flavio, meglio conosciuta ai più colti come Colosseo. Insomma, giusto il principale simbolo Italiano e dell'Italia, ossia grandi fasti antichi crollati in una decadenza moderna senza fine.
Non è questo però ciò di cui vorrei parlare stasera. Ciò nonostante, visto che il settantadue è un bel numero, darò il meglio di me con un sussurro particolare. Ci lavoro da un po' ed oggi è arrivato il momento di onorare al meglio il tutto.

Mi è sempre piaciuto analizzare tutto, davvero, qualsiasi cosa. Rifletto anche sulle cose che ai più possono sembrare insignificanti, perché di solito riesco a vedere oltre alla loro semplicità apparente, cercando similitudini con la vita e insegnamenti da cui imparare, fino ad immortalare la loro profondità nei miei pensieri. I miei flussi nascono anche da queste cose.
In particolar modo, un argomento che mi ha sempre affascinato è la punteggiatura. Si, proprio quella utilizzata nello scrivere.
Vi starete chiedendo in che modo sia riuscito a fare tali collegamenti. Si, so bene che vi chiedete anche se la notte dormo e se non mi faccio di sostanze stupefacenti e/o allucinogene. Giuro, sono pulito.
Però suvvia, provate a pensarci. E' semplice, dopotutto.
Forse i più svegli hanno già capito dove miro, altri invece no. Non voglio però tirarla per le lunghe, verrò dritto al cuore di questa mia teoria.
La punteggiatura, dopotutto, ha molte somiglianze con la vita, soprattutto con le persone.
Una persona diretta, schietta, pragmatica, può essere rappresentata molto bene da un punto. Infatti i punti chiudono le frasi, che ha volte sanno essere brevi e a volte più lunghe, ma generalmente concludono qualcosa in maniera decisa. Se addirittura si va poi a capo, la cosa è ancora più netta, perché chiude un argomento per iniziarne uno nuovo. Mette ordine, è intransigente e alle volte anche severo. Sa essere laconico, taciturno, arrabbiato. E' fondamentale, eppure lo ritengo troppo superficiale in certi casi, specie quando è necessario dimostrare davvero tutto lo spettro dei nostri pensieri.
Ecco perché preferisco la virgola. Anzi, sebbene certe volte sia meglio comportarsi da punto, mi sento una virgola. Potrebbe non finire mai, andare avanti ancora e ancora all'interno di un discorso, esprimendo chissà quante idee, chissà quanti concetti. Sa essere profonda, articolata, eclettica. Nella sua complessità, sebbene alle volte troppo prolissa, non lascia mai dei dubbi. Arriva sempre alla fine, e non dimentica mai di farlo in maniera elegante, se non ridondante in certe situazioni. E' quella che sa spiegarti a fondo le cose, è quella che sa darti consigli, esprimere la totalità delle emozioni. E' un mix di razionalità e irra...

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Finalmente torno a calcare l'erba umida dei campi di calcetto. Nulla di che, la classica partita tra amici, ma non giocavo da tanto tempo, quasi due mesi. Inutile dire che sono uscito sfiancato, ma mi sono proprio divertito. Come al solito, essendo fin troppo perfezionista, ci sono state cose che avrei voluto andassero diversamente, ma va bene così, dopotutto.
Mi ci voleva. Di solito era un ottimo modo per scaricarsi. Sai, uno di quei momenti in cui metti tutta la grinta in un tiro violento ad un pallone, sfogando su di esso tutto. Tutto quanto.
Il problema è che poi, tornato a casa, ho una fame da non vederci. E, da golosone quale sono (non di dolci, sia chiaro, ma proprio del cibo) ho mangiato in abbondanza.
Purtroppo non so resistere ai piaceri del mangiare. Ci sono troppe cose che mi fanno impazzire e in quest'ultimo periodo, fin troppo sedentario per i miei standard e i miei gusti, sto fornendo ottime prestazioni. Però prima o poi la natura chiederà il conto, e allora è bene riprendere un po' di movimento per recuperare la forma ed eliminare sul nascere eventuali rotondità che sono in agguato sotto la mia pelle. Mi piace la mia linea, ovvio magari ritoccherei qualcosa, però non ho di che lamentarmi. O meglio, se continuo a mangiare così tanto posso dire che non l'avevo...
Beh, direi che sto parlando fin troppo a ruota libera stanotte. Si vede che sono rilassato. Dai, arrivo al punto, promesso.
C'è una cosa che non sopporto e su cui non riesco proprio a sorvolare.
Molte persone prendono impegni e poi li disdicono all'ultimo senza un vero e proprio motivo. Non nego che ci siano casi in cui questo sia lecito, problemi che davvero impediscono di mantenere la parola data, anche a me qualche volta è capitato, ma il più delle volte non è mai così. E, giuro, mi manda in bestia. Perché è una mancanza di rispetto nei confronti di colui con il quale hai preso l'impegno. Una mancanza di rispetto che corrisponde poi a un inevitabile calo nella fiducia e nella considerazione. E, in certi casi, ritengo sia giusto evitare di contattare altre volte per lo stesso impegno quella persona.
Poi alla fine una seconda possibilità la do sempre e non la nego a nessuno, così come molti farebbero al mio posto, perché dopotutto sono fatto così, ma non rispettare la parola data è qualcosa di terribilmente triste.
Voi come la pensate?

Buonanotte. =)

Settanta sussurri. Un numero importante, imponente.
Significa Nozze di Platino con questo blog.
Significa 9 esemplari di Salame. E poiché 9 è 3², ossia la perfezione assoluta (3x3) e il numero simpatico per eccellenza (2/3=0,666) in contemporanea, stanotte è fondamentale la presenza nella nostra inchiesta su questa tanto amata teoria di un'autorità, di una figura di spicco, carismatica, regale.

Perciò, bando agli indugi, presento a voi il "Principe Valium"

Il nome deriva dal celeberrimo film di Mel Brooks "Balle Spaziali", parodia dell'ancor più noto "Guerre Stellari" di George Lucas. In questo film, il capostipite di questi esemplari si presenta vestito seguendo rigorosamente le più recenti mode del momento, sebbene possa sembrare evidentemente un damerino dall'aria da idiota, e non perde occasione di sbadigliare ad ogni parola quasi proferita (non a caso il nome Valium). In onore di un avo così famoso, Il Principe Valium del ventunesimo secolo ne trae le principali e più nobile caratteristiche, creando uno stile di abbigliamento unico e sensazionale (che ha tuttavia lasciato interdetti i nostri esperti) e un modo di comportarsi che analizzeremo a breve. Il nostro amico quindi sa fondere tutti gli stili dei principali tipi di Salame fin ora narrati, passando in breve tempo da Ibiza a Lumberjack, da Studioso a Party Rock e via dicendo. In questo sa essere molto vario e variopinto, dobbiamo riconoscergli tale merito.

Caratterialmente, invece, la somiglianza con Heaven è notevole. Anche lui ama attendere che le occasioni scendano dal cielo, ma la motivazione in questo caso è dovuta alla sua discendenza regale. Infatti, in quanto Salame superiore ai suoi sudditi, egli pretende che questo accada come conseguenza del suo diritto divino di regnare su costoro. E, sebbene il più delle volte abbia anche davanti agli occhi una situazione di palese vantaggio, che sia un partner interessato o un'occasione particolarmente favorevole, preferisce aspettare che essa bussi alla sua porta, poi scassinandola ed entrando di forza in casa. A differenza di Heaven, che in questo raro caso sa cogliere l'occasione che il fato gli porge, egli continuerà con il suo atteggiamento da superiore, continuando a perdere caffè, treni, occasioni. Per spiegarci meglio, rappresenta il classico cliché dell'uomo che non deve chiedere mai, dunque non vede il motivo di cambiare lo status quo. La loro posizione sociale li rende però molto fortunati in questo campo, perciò riusciranno a vivere treni persi in quanto qualcuno, in loro vece, li ha legati in coda al treno, così che potesse essere trascinato lungo i binari della vita. Ciò nonostante, è innegabile che la sua figura incarni lo stereotipo del morto di sonno per eccellenza. Difatti, se si svegliasse dal suo sogno eterno, acquisendo una sconosciuta umiltà, sarebbe in grado di ottenere pesci molto più grandi di quelli conquistati grazie al ra...

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Ho sempre parlato di non arrendersi mai, di provare e provare fin quando non ne abbiamo più.
Ci sono volte, però, in cui continuare a provare non ha senso.
Vedete, Paulo Coelho, ne "Il Manuale del Guerriero della Luce", sostiene che, alle volte, bisogna saper aspettare il momento giusto per combattere, perché potrebbe essere prematuro lanciarsi allo sbaraglio senza la giusta concentrazione, senza la giusta conoscenza dell'avversario, senza la dovuta strategia. E alle volte nemmeno basta tutto questo: serve anche il momento propizio in termini di fortuna.
Capitano giornate no. Capitano a tutti. Alcune le riconosci già dal modo in cui ti alzi dal letto. Sono quelle in cui non gira nulla nel verso che vorresti, tutto quello che può andare male va male, e non necessariamente solo quello.
In questi momenti bisogna aprire gli occhi. Per quanto impegno ci stiate mettendo, per quanto ci stiate credendo, per quanto non vi stiate arrendendo, la sorte ha deciso che in quel giorno voi non potete nulla. E allora perché continuare a tentare?
Non ha senso.
Ha senso però prepararsi per il futuro. Raccogliere l'ottimismo e custodirlo preziosamente, non sprecare energie utili, elaborare un buon piano per il giorno seguente e fare in modo che la giornata volga velocemente al termine (ovviamente una volta concluso tutto il necessario).
Purtroppo (o per fortuna, altrimenti troppi di noi, me incluso, avrebbero manie di onnipotenza ancor di più smisurate) alle volte dormirci su è l'unica soluzione.
Ed ecco cosa farò, visto l'andazzo odierno.

Domani è un altro giorno.

Buonanotte!

Sono distrutto stasera, ho un mal di testa terribile e credo di sapere perché: non dormo moltissimo. Insonnia? Macché, è solo che vado a letto tardi e mi sveglio fin troppo presto. E mentre "The Prestige" di C.Nolan scorre con le sue immagini sulla mia tv, progetto già di andare a dormire.
Di che parliamo stasera?
Voglio raccontarvi un avvenimento. Oggi, mentre ero in macchina, ho avuto il piacere di ascoltare "Albachiara" di Vasco Rossi. Non sono un fan del cantante, anzi diciamo piuttosto che non lo sopporto. Però ci sono alcune sue canzoni che, a mio parere, sono meravigliose, e lo sono perché cantate da lui.
Questa canzone, in particolare, mi piace molto, perché racconta di quel genere di ragazza che mi fa impazzire. Così, non lo nego, l'ho cantata come la più stupida delle fangirl assetate di commenti su facebook in difesa del loro idolo.
Ok, questo era solo per prendermi in giro. Mi piace essere ironico anche con me stesso.
Per quanto riguarda il discorso di stasera, ovviamente volevo puntare al fatto che, sebbene non mi piaccia una cosa, sono il primo a valutarla. Mi piace sapere, mi piace informarmi. Non è da tutti, ed è un terribile male. Ci sono tante persone, invece, che spesso e volentieri nemmeno provano. Ma non parlo di chissà quali cose trascendentali. Alle volte si tratta solamente di partecipare ad un gioco, con le carte, di società, insomma qualcosa fatta per stare insieme, per divertirsi.
In merito al film che sto vedendo, c'è una frase bellissima che voglio citare.

E' così, dannazione. Bisogna avere il coraggio di tentare sempre, per quanto possa essere costoso. Poi, come in questo mio caso, ci troviamo ad apprezzare canzoni di un artista che rigetto. In altri casi, scopriamo di esserci persi tante piccole cose della vita. E sono queste piccole cose che la rendono bella.
Anche il "vincere se stessi", il ricredersi sulle proprie idee, è qualcosa di meraviglioso.
Basta solo avere coraggio!
Detta così sembra semplice, ma non lo è per niente. Provarci però è fondamentale.
Magari questo cambiamento la società può tollerarlo. Sarebbe molto importante.

Buonanotte =)

Mi chiedevo oggi, in una delle mie riflessioni infinite sull'autobus, quelle condite con il meraviglioso sorgere del Sole, il perché degli applausi dei passeggeri di un aereo al completamento dell'atterraggio.
Molti moralisti vedono la cosa come una tamarrata tipica di noi Italiani. Tanti pecoroni si associano a questo pensiero senza neanche rifletterci su, perché quello da cui l'hanno sentito è uno importante, un pezzo grosso, che ne sapete voi!
Ma è davvero così?
Beh, forse si. Dopotutto, così come ci sono tanti pecoroni nel pensarla in questo modo, ce ne saranno altrettanti che fanno l'applauso perché si fa, senza una vera e propria ragione. Così, anche per farci un po' riconoscere.
Penso però che il tutto nasca dal più grande sogno dell'uomo, che è al contempo stesso la sua più grande paura: il volo.
Nella mitologia, nell'immaginario collettivo, l'uomo in grado di volare ha una forte rilevanza. Pensate ad alcuni dei Greci, o ad alcuni miti come quello di Icaro, o agli angeli dell'iconografia Cattolica, o perfino ai disegni di Leonardo. E' innegabile, l'uomo ha sempre sognato di poter volare.
Forse perché il volo rappresenta potenza, la forza di innalzarsi rispetto agli altri, la capacità di essere quelli più in alto, i migliori. Forse perché semplicemente è qualcosa di meraviglioso. Eppure Icaro ha fatto una fine tragica, gli angeli più belli sono caduti e la scienza (o la vita) insegna che basta poco per precipitare, quando si è così in alto.
Dunque volare su un aereo realizza contemporaneamente sogni e paure.
Credo sia per questo che nasce l'applauso: un modo per ringraziare il pilota per aver realizzato solo quel recondito sogno, senza aver dato vita a quel terrore.
Allora vi chiedo: se queste fossero le motivazioni, è così ingiustificato e deplorevole l'applauso?

Perdonatemi se ho saltato introduzioni e fanfare consuete, ma domani la sveglia suonerà ancora una volta presto, e sono davvero a pezzi.
Buonanotte =)

Eccoci finalmente alla notte della sfida.
Che sfida?
Ricordate il Quarantasettesimo sussurro?
Era un commento a un blog simpatico dove citavano i dieci uomini da evitare. Allorché, il mio pubblico femminile (oh mio dio, questi esseri mitologici esistono anche sul mio blog!) mi ha proposto di fare un qualcosa di simile in merito alle ragazze.
E l'ho fatto. Ho aspettato per un solo motivo.
C'è un detto che sostiene:"Chi dice donna, dice danno!"
E sotto molti punti di vista (terribilmente maschilista, lo so, sono un pezzente) non riesco a dargli torto. Così mi son chiesto: quale numero può rappresentarle di più?
Il seicentosessantasei era troppo lontano, limitiamoci al sessantasei! Rende abbastanza l'idea!
Così, eccoci qui con la prima novità: la sfida.
Siete pronti? Partiamo.

(ndr, non è una classifica)

* ATTIVISTE: La loro parlantina è leggenda, sono informate su tantissime cose e ti illudono con la speranza di trovare in loro la partner ideale, ossia profonda e dannatamente provocante, seducente. Donna.
Il problema lo trovate poi al primo vero appuntamento. La lobby del gioco d'azzardo finanzia Letta, siete scandalizzate. Avete ragione, lo sono anche io. Ma diamine, passiamo una piacevole serata insieme, no? No. Attaccate una filippica degna della migliore delle arringhe di fronte a una giuria inconvincibile. E quando arrivate alla conclusione, avrete si corrotto la giuria, ma avete creato l'atmosfera di passione e di eccitazione che caratterizza una trasmissione di Marzullo. Allora, quando la riporti a casa, puoi solo dire:"Buonanotte". Non aggiungiamo altro, farei solo una figuraccia davanti a un nuovo, terribile sermone in ambiente più intimo.

* WALKING DEAD: Non conoscono nemmeno i monosillabi. Non c'è "No", "Si", "Bo". Niente. Mugugni, spostamenti del capo. Una serata nel frigorifero sarebbe stata più calorosa. E quando vai oltre, seguendo chissà quale follia, non sai se è viva oppure stai praticando necrofilia. Anche perché la sua pelle è gelida. Cartellino attaccato all'alluce che non ho notato? Speriamo di si, altrimenti potrei rimanere davvero scioccato. Nemmeno a dire che guarda l'orologio, come se non vedesse l'ora che finisca! Almeno in quel caso il problema sarei io. La stessa espressività di un muro, lo stesso pathos de "La Corazzata Potemkin". Prenotare un check up per assicurarvi delle sue condizioni. Inquietante.

* PIETRINA PAN: Versione femminile di Peter Pan, ossia quella ragazza che inspiegabilmente è rimasta ancorata alla mentalità da dodicenne, dunque ancora convinta e speranzosa nell'arrivo del principe azzurro figo e scaltro a cavallo di un nobile e candido destriero. Vivono in sogni e film che ritengono veri, fin troppo. Il problema è uno solo, perché da questo si generano tutti gli altri: come nella Disney...

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Eccoci qui, ancora una volta.


...


Che c'è?


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Ah, vi starete chiedendo dove sta tutta la novità? Beh, avete ragione. In effetti, non c'è. Non oggi. Funzionerà come la teoria del Salame, ossia una specie di settimanale. Anzi, avrà una cadenza anche meno frequente. Perché è una cosa che va preparata e, ahimé, di tempo a disposizione non ne ho moltissimo (sennò perché scrivo sempre di notte?). Perciò ci vorrà un po', dovete portar pazienza. Però il tutto comincia questa settimana, come in realtà la mia Teoria comincia al settimo sussurro, e non al quattordicesimo con il primo tipo di salame.


...


Ok, almeno nel settimo avevo fatto una premessa, avevo spoilerato quello che sarei andato a fare.
Lo farò anche stavolta, va bene.

Il primo appuntamento nuovo sarà un videoblog. Ossia un sussurro in un giorno X (troppo facile se vi dicessi anche quando) in cui caricherò un video. Di che tipo?
Beh, sapete, sono un appassionato di cinema. Veramente, mi piacciono moltissimo i film. Mi propongo di fare una videorecensione ogni due settimane di un film che vedrò (ecco il perché delle due settimane di tempo), cercando di evidenziarne con simpatia le cose che più mi hanno colpito.
Ora ammetto di essere fortemente indeciso sul primo film da fare. La scelta è sostanzialmente tra tre film (ma sono muto in questo senso), deciderò. In ogni caso, sono ben accetti suggerimenti.

In più ci sono altri tre progetti su cui lavorerò nel frattempo. Ma tutti abbondantemente top secret.


...


Dai, dopotutto qualche novità c'è davvero. Mi piacciono le novità. Portano un pizzico di imprevedibilità alla vita. E se tutto fosse prevedibile, se tutto fosse monotono, ritengo che tutti ci stancheremmo fin troppo presto.
Saranno modi per uscire dai miei soliti schemi. Per provare qualcosa di diverso. Per cazzeggiare un po'. Spero vi piacciano =D

Detto questo, vado. Domani, ahimé, alzataccia. Ho una voglia...
Ma è qualcosa che va fatto. E lo farò.
Buonanotte!

Salve amici lettori e benvenuti alla nuova settimana, quella che avevo preannunciato come punto di partenza di molte novità.
Quali sono? Andiamo con ordine.
Perché proprio stanotte?
Numerologia.
Il sessantaquattro è un numero particolare per quattro motivi.

1. Mi piacciono le potenze di due.


2. Le caselle in una scacchiera sono proprio sessantaquattro


3. I caratteri in Braille sono anch'essi sessantaquattro


4. Sessantaquattro è otto alla seconda. L'otto è uno dei miei numeri preferiti, raccontavo tempo fa. Inoltre, essendo 8=2³, faccio notare che 2/3 è 0,666 (prendo le prime tre cifre periodiche), un numero "simpatico" per citare i Rolling Stones. E questo sarebbe il quadrato di 2³: Supersimpatico

Ok, seriamente. Avrò scritto questo sussurro cento e cento volte (iperbole, ma giuro questa è la terza prova). Il perché è ovvio: voglio aumentare al massimo la suspance per tutte le novità che verranno.
Bene, al terzo tentativo ho capito come fare: l'attesa silenziosa. Vi lascio così, senza nient'altro da dire. Tanti punti di domanda che, in un giorno non precisato, troveranno risposta.
Forse.
Dovrete sintonizzarvi su queste frequenze per scoprire quando e se.

A domani, miei cari lettori. Buonanotte.

Stanotte, miei cari lettori, sono un po' nostalgico. Il perché non è dovuto al sussurro di oggi, né tanto meno alla serata, fin troppo divertente, specie se animata da Cattivissimo Me 2 (consigliatissimo). Sono in preda a un turbine di ricordi, di pensieri. Ogni tanto mi capita, è normale. Nei momenti così, mi piace perdermi in canzoni che ascoltavo tempo fa, dai testi bellissimi, che mi ricordano avvenimenti, luoghi, persone importanti...
Ok, smettiamola di dilungarci. Veniamo a noi.

Il nostro compagno di viaggio, stasera, è una persona molto particolare, addirittura unico nel suo genere, e forse è la quintessenza stessa dei Salami e di questa teoria.
Diamo il nostro benvenuto a "Heaven"

Heaven è un esemplare unico, dicevamo, per una caratteristica fondamentale: non ha un vero e proprio modo di presentarsi. Non abbiamo dunque un riscontro visivo della sua esistenza.
E come avranno fatto allora i nostri scienziati ad accorgersi della sua esistenza?
Non è proprio vero che una caratteristica visiva non ci sia. Soltanto è difficile notarla. Se i nostri scienziati fossero persone qualunque, questa teoria non avrebbe modo di esistere, ma questo è inutile dirlo. Heaven solitamente ha lo sguardo perso nel vuoto, assorto nei suoi pensieri. Spesso e volentieri, però, è uno sguardo triste, malinconico. Manca di quella luce gioiosa, ricca dei bagliori delle scoperte, delle sfide. Manca di quell'oscurità delle riflessioni profonde, delle domande esistenziali senza risposta. Non c'è né luce né oscurità, solo grigio.

Perché?
Entriamo dunque nell'ambito caratteriale, cuore e colonna portante di questi esemplari.
All'apparenza è una persona profonda, e non delude queste aspettative con l'immergersi nel suo "io". Sembrerebbe non avere grossi difetti. Sa ragionare, sostenere discussioni, usare il cervello. Tutto ok, dunque? No. E' proprio qui viene la parte che lo rende uno dei padri fondatori dei Salami e di questa Teoria.
Heaven ha un enorme difetto, un limite insormontabile che gli impedisce di spiccare il volo lontano da queste terre di mediocrità. Qualsiasi suo sogno, qualsiasi sua aspirazione, tutto ciò che vorrebbe pretende debba scendergli dal cielo per diritto. Questo è appunto il motivo del suo nome: aspetta sempre che qualcuno, dall'alto, esaudisca le sue richieste, fornendogli tutto ciò di cui ha bisogno.
Di conseguenza, è un soggetto incapace, o forse timoroso, di correre dei rischi, di affrontare situazioni di incertezza. Alle volte questa paura è legata a spiacevoli avvenimenti di tempi passati, altre volte alla semplice incapacità di prendere saldamente in mano le redini della propria vita. Spesso, dunque, si troverà ad aspettare sempre un altro treno, senza rendersi che quelli che gli passano davanti sono per lui, e non per quelli che stanno lì sulla banchina con lui.

E' dunque impossibile, o estremamente improbabile, una relazione amorosa t...

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