Floating Whispers

C'era chi, nell'ottantadue, gridava per le strade:"Campioni del mondo!" e poi c'è chi, come me, sfrutta questo magico numero per una novità!
Vi do un buon motivo per leggere il blog non solo nelle notti fra sabato e domenica.
Quale?

Benvenuti, miei carissimi lettori, a "i Dieci", la nuova rubrica che elencherà le dieci cose più odiate di un argomento in particolare.
Stasera, come prima sera, analizzeremo le dieci persone con cui NON fare shopping.
Andiamo dritti al sodo, ecco a voi i nostri shopper!

• LO PROVO: E' il tipo che decide di provarsi ogni singolo capo che vede. Non è importante se gli piaccia o meno, ciò che conta è vedersi allo specchio. Narcisista nel midollo, si adora a tal punto che l'esigenza di immaginare nella sua mente di sfilare come un modello di alta moda, simulando autonomamente anche i fotografi con improponibili foto da quattordicenne oca. Maniaco!


• Mr. SICUREZZA: Arriva deciso su ciò che gli piace. Lo prova, è soddisfattissimo. Poi però ci pensa. "Questo filo è troppo sfilacciato.", oppure "Questo maglione era piegato male, chissà quante volte l'avranno provato" o ancora "Si, è perfetto. Però boh". Ha le idee più confuse di un cassetto di intimo gestito da un uomo in totale libertà. Cercasi Gerry Scotti per proporgli il 50-50 come aiuto.


• RE GIOVANNI: Ha un sacco colmo di soldi che stringe nel sonno come il più tenero dei peluches. Taccagno per eccellenza, la prima cosa che guarda è il prezzo, poi ragiona se è una spesa sostenibile in questo modo: "Ma dai, costa solo 4,99!" -Si, ma di questo passo, continuassimo a ragionare così, finiremo sul lastrico! Bisogna star attenti alla spesa!-. Mannaggia quel dannato Robin Hood.


• TURBO: E' stato escluso dalla maratona di New York? Non importa, ne troverà una temporalmente imminente, così da poter continuare ad allenarsi correndo alla velocità della luce all'interno del centro commerciale. Eiaculazione precoce!


• SLOW MOTION: Passare da un eccesso ad un altro è un passo apparentemente lungo, ma in realtà assai breve. Guarda tutte le vetrine e ogni singolo capo d'abbigliamento, passando le ore dentro anche il più inutile dei negozi, come la farmacia, ad esempio, per poi uscire trionfante con un misero pacchetto di Zigulì. Tornare al menù di selezione immagini per vedere la fine del film. Flemmatico.


• RIFLESSIVO: Valuta ogni pro e contro andando 3 volte almeno in quel negozio. La prima serve in avanscoperta, la seconda per studiare i prezzi e trovare la migliore combinazione di prezzi, la terza con i soldi per poter comprare. Si vede che ha tanto di quel tempo libero. Scansafatiche.


• VOGLIO MAMMA: Non esiste shopping senza il parere della mamma. Se esce per fare acquisti per conto suo, necessita di numerosi minuti gratis di chiamata, così da descrivere al megl...

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Stanotte voglio parlarvi di quanto mi è capitato stamattina.
Sono sull'autobus, rilassato dalla musica che le cuffie trasmettono alla mia anima. Tutto sembra nella norma: solite analisi, solita noia. Ad un tratto, il bello di viaggiare su questo particolare mezzo pubblico.
Un uomo suona il campanello per segnalare la fermata non in prossimità, ma proprio nel momento in cui l'auto avrebbe dovuto fermarsi. L'autista, seguendo inizialmente ciò che sarebbe giusto, prosegue avanti. Poi si rende conto (forse in seguito alle numerose e colorite imprecazioni del passeggero) che alle volte il buon senso è la migliore arma contro gli stupidi, così si ferma poco più avanti e apre la porta per farlo scendere. Dunque esclama (quel tanto che basta per farsi sentire) con garbo:
"La prossima volta, si ricordi di suonare prima della fermata."
Non l'avesse mai fatto. L'uomo sente mentre scende, corre verso la porta d'entrata e bussa con veemenza.
"Ti ho suonato cinque volte (?), sordo!"
"Non direi." risponde pacatamente l'autista, seppur con evidente ironia.
"Apri la porta e scendi, no?"
L'autista, forse in un raptus di stupidità contagiosa, apre la porta. L'ex passeggero allora si affaccia e invita l'incauto autista ad accettare la sua sfida di mascolinità.
Le proteste di tutto l'autobus fanno finire presto la contesa.
"C'hai paura, eh?" grida da fuori l'uomo. Ormai è lontano.

la mia domanda è: perché l'uomo tende a risolvere le contese sempre cercando di dimostrare la forza fisica?
Voglio dire, con un sufficiente uso delle parole avrebbe potuto umiliare quell'uomo pieno di sé e fortemente convinto della sua forza.
Questo è un problema storico, però. L'uomo ha sempre preferito menar prima le mani e poi parlare.
E' la mentalità mediocre della media degli uomini, probabilmente non in grado di articolare un discorso che possa filare correttamente da un punto A a un punto B? E' forse la nostra discendenza dagli animali che ci ha lasciato in "dono" questo atteggiamento violento? Oppure la selezione naturale?
Non lo so. Quel che sono sicuro di sapere è che, nel mio modestissimo parere, la violenza sia proprio qualcosa di assolutamente superfluo, specie in casi simili. Saper evitare uno scontro è molto più onorevole che accettarlo, perché dimostra l'intelligenza dell'uomo con il saper essere diplomatici e, in casi "peggiori", con l'abilità di saper scegliere i momenti e i luoghi giusti per "combattere". Inoltre, cercare la soluzione in questa maniera da trogloditi la trovo di estrema incapacità mentale, in quanto evidenzia la tua incapacità di ragionare, di valutare con saggezza ogni cosa, di saper tenere una conversazione di qualunque tipo e argomento.

Poi non so voi...

Ottanta sussurri. Quasi a cento. E' ora di fare uno scatto in avanti...

Buonasera a tutti.
Dopo una notte di Champions ho deciso di seguire il consiglio di un amico.
Visto che non ho molto tempo a disposizione, mi limiterò (promesso) a dire solo ed esclusivamente l'essenziale.
Spesso gli amici ci vengono incontro all'insorgere dell difficoltà. Ci ascoltano, ci consigliano...
Insomma, le provano tutte per tirarci su.
Eppure siamo presuntuosi e, troppo spesso, pretendiamo di fare tutto da soli. E' così che dovrebbe essere, sia chiaro, ma un po' di sostegno, invece di gente che ci piange addosso, non fa mai male. E, per quanto certi consigli possano sembrare assurdi, irreali, a volte seguirli è l'unica soluzione. Magari non saranno sufficienti a risolvere il problema, ma di sicuro ti fanno riflettere. Provare.
A volte basta questo, basta il loro sostegno per cambiare marcia e riuscire.
La nuova marcia ti fa rinascere, genera un nuovo te. Magari di poco cambiato, ma sempre diverso.
Io ho deciso, ed ho provato.
Cosa succederà, lo vedremo.
Di sicuro, sarò diverso. Sarò nuovo.

E voi?

Wohoooo! Quota 1000 visite sul blog! Amazing!
"Morian, tra cinque ore e qualcosa devi stare in piedi."
Nah, che sarà mai...
Ommioddio sono spacciato!

Dicevamo?
Ah già. Niente, avevo appena iniziato il sussurro.
Beh, prima di tutto grazie mille (eh, capita?) per tutto questo sostegno. E' veramente sorprendente. Ovviamente le visite non conteggiano le visualizzazioni dei post. Le visite sono quante persone hanno fatto accesso su questa pagina, le visualizzazioni quante volte leggete un qualcosa. Ad esempio, se tizio entrasse e leggesse tutti i sussurri, dal primo all'ultimo, sarebbero una visulaizzazione per sussurro (79 totali) e una visita. Insomma, vi rendete conto che fare tante visite è difficile, soprattutto perché so che molti fanno letture multiple. Perciò è davvero un traguardo importante.

Mi son dimenticato di dirvi, nel sussurro nella notte tra giovedì e venerdì appena passata, che sarebbe cominciato un'altra delle tante novità. La sfida lanciatami qualche tempo fa sulle dieci ragazze da non incontrare mi è piaciuta, perciò settimanalmente dedicherò un sussurro a pensieri simili. Teneteli d'occhio!

Finalmente veniamo al nostro discorso.
Incredibile, per tutto quello prima c'ho messo pochissimo! Direi quasi che era ora che i tasti di questa dannata tastiera si ammorbidissero, però non vedo di cosa dovrei lamentarmi, ora che sono contento.

Niente. Non c'è verso. Sono un turbine di pensieri oggi. Giuro, la smetto e vengo al dunque.
Ho trovato un modo geniale per risparmiare. Nasce come un'idea per il fantacalcio (già in uso), diventa una pratica da applicare nella vita quotidiana.
Su una bacheca appenderò tre buste per le lettere, etichettate a seconda della finalità. Ognuna di quelle buste rappresenta una tassa. Ogni settimana mi impongo di mettere almeno tot in quella tassa, così da accumulare nel tempo una buona somma. Ovviamente, ci saranno tante buste quanti obiettivi ho. Ad esempio, metterò una tassa come "fondo salvavita", ossia quei soldi che alle brutte torneranno sempre utili. Ancora ne metterò una "Bankroll", ossia quei soldi che dedicherò esclusivamente al poker. E via dicendo. Ne ho preventivate 6, con una già in funzione, ma farò il possibile per ridurne drasticamente il numero. Sarebbe esagerato.
Può però capitare che una settimana non sia in grado di riempire alcune (o alcuna) buste. Come fare? Beh, non è un dramma. La parola "almeno" salva proprio da questi casi. Ci saranno ovviamente delle settimane di magra e delle settimane più redditizie. E' inutile impormi di raggiungere tutte le settimane la quota tot, perché nelle settimane più prolifiche potrei fare di più, a tal punto da coprire anche le future settimane peggiori. Se invece in una settimana non gira proprio, eh pazienza. Inutile sforzarmi troppo: se non va, non va! Meglio aspettare tempi migliori e sfruttare quei...

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Stasera avevo in mente un sussurro ben diverso, ma ahimé il telefono mi ha abbandonato, la webcam del pc di mio fratello è qualcosa di atroce, perciò sono stato costretto a rimandare il tutto a tempi migliori. Magari poi mi stancherò di aspettare e lo farò lo stesso, seppur con una pessima qualità video. Vedremo.

Perciò stasera?
Stasera vi faccio un regalo.
Ieri dissi che ero pensieroso. Vi rivelo il perché.
Sono giorni che una domanda mi ronza per la testa.
Perché veniamo al mondo piangendo?

Ora, il perché abbia in testa questa domanda è futile. Mettiamola così: avvenimenti. La domanda però è interessante.
Scientificamente credo che sia dovuto al fatto che respiriamo per la prima volta. Per quanto ora come ora possa sembrarci qualcosa di assurdo, magari per un bambino quella prima volta può spaventare, e la reazione più spontanea è appunto il pianto.
Oltrepassando questa visione razionale, buttandola un po' di più sulla filosofia, è curioso che un bambino pianga proprio alla nascita. Come se fosse triste per l'avvenimento.
In effetti vivere, soprattutto in tempi come questi, non è facile. Le soddisfazioni personali sono sempre meno, le sofferenze invece sono le stesse di sempre, ammesso che non siano addirittura aumentate. Quale aspettativa può vedere un bambino nella vita di un adulto di oggi? Il fatto che vivrà una vita lobotomizzata, ripetitiva, da robot?
Anche se non è sempre così. Alle volte ci sono dei creativi, uomini alimentati dai sogni in grado di sconvolgere l'esistenza e vivere secondo le proprie regole, senza sconfinare nelle libertà degli altri. Uomini in grado di mettere in pausa la monotonia, fermarsi a riflettere e trovare scappatoie originali in grado di dare la speranza di una vita diversa.
Ma suvvia, non voglio essere troppo pessimista. Dopotutto, Modugno diceva: "Ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso?"
Ed è così. Il mondo è meraviglioso anche per la sua routine, perché è una continua sfida. Ti mette costantemente alla prova con innumerevoli difficoltà, ti spinge a tirar fuori sempre il meglio di te e a creare qualcosa sempre di migliore di quanto hai fatto la volta precedente. La vita è meravigliosa perché fatta di momenti pessimi e momenti semplici, come il sorriso di una persona a cui vuoi un bene dell'anima, in grado di renderti tutto migliore, fino a far diventare rosa perfino il cielo.
Forse quel pianto può essere contemporaneamente di gioia e di dolore.
Ma sappiamo tutti che questa è solo filosofia. Un bambino neonato non ha ancora, con ottime probabilità, la piena consapevolezza di tutte queste cose.

Voglio ora porvi una domanda:
Se avesse questa consapevolezza, piangerebbe ancora?

Buonanotte.

Sono pensieroso stanotte.
Ultimamente lo sono un po' troppo spesso, e dopotutto non è un male. Ma vi illustrerò le conclusioni delle mie congetture notturne in un secondo momento. Non ora.

Perché?
Domanda scema: oggi è la notte del salame.
Veniamo dunque a noi e all'esemplare che i nostri scienziati hanno deciso di analizzare per voi.
Prestate dunque attenzione, comincia lo spettacolo.
Titolo: "Louvre"

Louvre è un tipo di salame facilmente riconoscibile sin dall'aspetto esteriore. Slanciato, fisico possente ma non esagerato, pelle abbronzata e capelli sempre sistemati per gli uomini, forme longilinee, curve sensuali, eleganti pettinature per le donne, è il classico bello di ogni luogo, quell'Adone o quella Venere che sa far convergere tutti gli sguardi su di lui al suo passaggio lungo la scena. Veste in maniera accurata, seguendo lo stile di salame che il suo personal shopper gli consiglia, senza farne però davvero parte. Infatti, per lui l'abito non fa il monaco, ma un fisico tonico assolutamente si.
La palestra è dunque il suo principale habitat, contornato dall'estetista, dal parrucchiere e dalla strada. Difatti il primo serve per i fondamenti, gli altri per la perfezione, l'ultimo per potersi mettere in mostra. Inoltre la precedente implicazione suggerisce come non sia necessariamente un patito delle mode, soprattutto nell'ambito tecnologico e automobilistico. E' bene però far notare che se non si è abbastanza consumisti, nella società moderna questo potrebbe essere visto sotto una cattiva prospettiva, in quanto indice di povertà. Non proprio l'ideale per farsi notare.

Proprio l'esibizionismo è la chiave per poter comprendere a pieno il suo comportamento. Già il nome suggerisce come egli sia, a tutti gli effetti, una vera e propria opera d'arte degna dei musei più famosi della Terra, così da permettere a tutti gli ammiratori di poter assistere a cotanto spettacolo di bellezza. Vive grazie agli sguardi di chi si incanta a guardarlo, nutrendosi di questi come una pianta fa con la luce solare. Proprio come l'astro del mattino, inoltre, esige per diritto divino che tutto ruoti intorno a lui, in quanto solo lui può irradiare gli altri con il suo accecante bagliore.
Questo suo sentirsi al centro del mondo lo induce ad incarnare a pieno il cliché de "L'uomo che non deve chiedere mai". Infatti egli non avrà bisogno di approcciare con il sesso opposto, in quanto saranno attratti a lui come il ferro viene attratto da una calamita. Non avrà mai bisogno di aiuto o di un consiglio, in quanto il suo aspetto esteriore può permettergli di oltrepassare ogni ostacolo. Non esiste nulla che possa fermare il suo fascino, secondo il suo modo di pensare. Né la ragazza più difficile, né un datore di lavoro, né altro.
Visto il tentativo di appropriarsi della scena in ogni occasione, Louvre tende a non vivere in branco con gli altri della sua stessa...

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Credo sia il mio sussurro più notturno quello di stanotte. E la cosa "triste" è che tra meno di quattro ore devo stare in piedi, quindi dire che sarò breve è poco.
Mi piace fare shopping, lo trovo rilassante e interessante. Non so perché, ma lo spendere trovo sia terapeutico, sotto certi punti di vista. Quando compri qualcosa che ti piace credo che il tuo corpo rilasci qualche piacevole sostanza che da un senso di pace e soddisfazione, sono sincero dovrò approfondire questo argomento.
Non necessariamente tutte le volte che vado in giro per negozi sono portato ad acquistare qualcosa, c'è da dire questo. Alle volte mi piace anche solo guardare, farmi delle idee, cominciare a valutare il giusto acquisto da fare. Insomma, una specie di preparazione allo shopping che, guardate, in certe situazioni è più faticoso di uno sport agonistico.
In che senso?
Avete mai preso un centro commerciale nell'ora di punta di un giorno feriale? Vi giuro, li odio. Già i centri commerciali di per se non mi fanno impazzire, perché mi costringono a girare e vedere troppe cose, inspirando alla follia la mia voglia di shopping, figuriamoci quando sono stracolmi di gente scorbutica che fa a spallate con te per avere il diritto e il piacere di superarti sulle scale mobili. Terribile.

Miei cari lettori, che rapporto avete con lo shopping?

Perdonatemi se non rileggo e correggo, ma necessito di un minimo di riposo, dunque buonanotte a tutti =D

Mi piace passare serate alternative rispetto all'abitudine. Sanno sempre offrirmi molti spunti interessanti.
Ad esempio stanotte, seduti davanti a una pira, più che un falò (come siamo arrivati a fare un falò è un qualcosa che nemmeno io saprei spiegarvi), mi è capitata una cosa curiosa. Avevo già in mente di affrontare questo discorso stanotte, ma è divertente scoprire che la vita, in qualche modo, ti viene incontro come può.
Va bene, ma quale sarebbe questo misterioso oggetto di discussione?
Ogni tanto mi ritrovo a vivere scene in cui sembra come se vedessi tutto in terza persona.
Mi spiego meglio. In certi momenti capita che resti lì, incantato a fissare il vuoto. E' come se uscissi dal mio corpo e lo vedessi agire controllandolo a distanza, come se seguissi l'onda instancabile di uno dei miei flussi. Capita infatti nei momenti di massima riflessione improvvisa, cioè quando in tempi rapidissimi entro in pensieri profondi o analisi accurate circa una determinata situazione. Per essere ancora più pratico, uno di quei momenti in cui sei assorto in una cosa, distogli lo sguardo un secondo e fissi il Sole che tramonta fuori dalla finestra. Per qualche breve istante, tutte le mie sinapsi sono ancor più rapide del solito. Quando riprendo poi coscienza di me, mi sento spaesato. Dopotutto, è difficile credere che sia tutto vero, reale.
E' una bella sensazione, a mio parere, perché mi permette di vedere tutto sotto un altro punto di vista, il più delle volte più ampio di quello canonico. Al tempo stesso, però, mi spaventa. Dopotutto è una forma di alienazione, forse addirittura un tentativo di fuggire dalla realtà. E non è una cosa che mi piace fare, visto che già sono un po' sociopatico di mio. Potrei sembrare semplicemente stronzo ai più se, generalmente, sembro introverso, distaccato e diffidente, ma in realtà sono davvero così (stronzo o sociopatico? Mistero...). E sebbene l'idea non mi faccia impazzire, che dirvi, mi viene così: naturale, spontanea, ordinaria. E' qualcosa che fa parte di me.

Vi è mai capitatala stessa situazione? In che occasione? Che ne pensate di tutto ciò?

Buonanotte a tutti.

Sono entusiasta: ho appena visto tutti i trailer promozionali fin ora usciti sul film dei Lego. Mi sento come uno scolaretto che scopre per la prima volta la playstation! Awesome!
Bene, a parte questo, e ovviamente la vittoria della squadra calcistica per la quale professo la mia fede, sono abbastanza giù.
Perché?
Mi si è rotta nuovamente la catenina.
Di che parlo?
Molti di voi sapranno che porto abitualmente una catenina al collo, simile a una medaglia di quelle dei marines, ma decisamente più sobria. Mi piace perché è semplice, mi piace perché l'ho indossata in tutti i momenti più belli e brutti della mia vita (per lo meno quella recente). C'è anche una storia su un progetto che ho per lei (vorrei farvi incidere un paio di lettere), ma questa la rimando a giorni migliori. E' stata una fedele compagna di molti momenti, e ogni volta che sto senza vivo giorni di sfiga intensa. Davvero. Ora non sto ad elencare tutto, sarebbe lungo e del tutto senza senso e interesse.
E in effetti è già "cominciata" quando ha dato i primi segni di cedimento. Diciamocela tutta, non è stato un inizio di settimana incoraggiante. Quando capita così mi restano solo due cose da fare:
- Piangermi addosso;
- Scrivere.
Beh, la prima sembra piuttosto affascinante. Rapida, semplice. Ma la seconda ha un potere corruttivo strabiliante. Ed è quello che farò. Infatti, fino a prima delle partite, scrivevo, e adesso non vedo l'ora di tornarci. Mi ha reso uno zombie.
Perciò stasera consideratemi in lutto. Chiuderò così il sussurro.
"Ma Morian, così è quasi inutile!"
Si, verissimo.
Dai, lo sapete, c'è un perché. Sarà un weekend bollente, è facile da capire. Preparo un paio di cose... Il sussurro sul salame, un sussurro molto profondo, un terzo sussurro particolare: mica niente! E poi ho fatto due giorni intensi, domani mi devo svegliare nuovamente presto. E' una serie di combo che mi spinge a chiudere tutto qui.
Ma, prima dei saluti: voi avete un oggetto a cui tenete particolarmente? Se si, di che si tratta?

Buonanotte, miei affamati lettori! =)

Stasera sarò più breve, perché non nego che ieri ho dato molto, riposando davvero poco per essere esaustivo nel discorso e non perdere nessuno dei miei flussi di pensieri. Anzi, per quanto era l'idea, il progetto di stamattina, sono già andato oltre l'orario. Ma quando una cosa mi piace è sempre così. E poi scrivere, l'ho sempre sostenuto, mi rilassa, e visto come mi gira ultimamente è qualcosa di fondamentale, di imprescindibile.
Ecco, già sono ripartito a chiacchierare, devo limitarmi un po', sennò stasera è la fine.
Vorrei toccare un argomento vicino a quello affrontato ieri.
Vedete, la lingua italiana si modifica nello scritto a seconda delle usanze del parlato. Fino a pochi anni fa, infatti, erano considerati errori tante parole che invece adesso sono lecitissime. Questo, a mio parere, non dovrebbe essere merito di vanto, perché evidenzia come l'ignoranza sia ciò che domini il mondo, ma è un'altra storia.
Una delle prossime modifiche che potrebbe subire, forse (per lo meno secondo me è possibile), sarà l'introduzione delle faccine nello scritto. Questa potrebbe essere una cosa simpatica, specie in quei messaggi brevi in cui non riesci mai a capire lo stato d'animo di chi ti ha scritto quelle parole. Certo, in un discorso troppo lungo sarebbe del tutto senza senso, appesantirebbe il tutto con qualcosa di superfluo. E' ovvio che ci siano le dovute eccezioni.
Se però avessi ragione, so già che ce ne sarà una che odierò ancor di più di quanto non faccia adesso.
Quale?
Questa:
Vedete, se usata con criterio, ha senso. Ma nella maggior parte dei casi non è mai così! C'è un vero e proprio abuso di questa faccina! Vuoi avere l'ultima parola in una discussione? . Vuoi prendere velatamente (?) in giro qualcuno? . Vuoi dimostrare di avere ragione? . Speri che il tempo confermi le tue tesi? . Non sai cosa scrivere? .


Basta, vi prego basta. Non legalizzate le faccine come parte integrante della lingua italiana. Non potrei mai sopportare tanto. Ce ne sono tante che tollero, che mi piacciono, come tutte quelle che sorridono (fors...

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