Floating Whispers

Sono davvero stanchissimo, ma due minuti per voi e per me li trovo volentieri.

Qualche sera fa, con gli amici, ci si poneva un interrogativo piuttosto interessante. Stanotte voglio condividere quelle che sono state le nostre perplessità con voi.
La domanda è la seguente:
Ricordare una data è importante?
L'accezione della domanda verteva in modo particolare sull'ambito sentimentale. La data in cui due ragazzi cominciano a frequentarsi è davvero importante?
C'è chi sosteneva che non lo fosse, in quanto diventava alla lunga solo un pretesto per fare regali, sminuendo con l'ombra della costrizione e dell'obbligo un qualcosa che invece dovrebbe essere spontaneo, come passare una meravigliosa giornata con il proprio partner.
In opposizione, invece, chi sosteneva che fosse importante, non tanto perché pretesto per qualcosa di "materiale", ma piuttosto come simbolo.
Infine i soliti che preferivano non esprimersi, rispondendo in maniera vaga con "dipende dai casi", che vuol dire tutto e non vuol dire niente allo stesso tempo.

Ho volutamente sorvolato sulle seconde persone perché, come i più sagaci di voi avranno capito, è quella la mia tesi in merito. Si, sono uno di quelli che ritiene una qualsiasi data, di qualunque tipo, ma soprattutto questa, importante. Perché?
Ecco il mio valore simbolico.
Quando tu e un'altra persona decidete di stare insieme state entrambe facendo un cambiamento radicale. Smettete di ragionare come "Io", o al massimo "Io e te" per i meno egoisti, per ragionare come "Noi". Non è una scelta banale, perché pensare meno a sé è difficile per qualunque essere umano. Non negatelo, non vi crederei. Scommetto che almeno una volta ognuno di voi ha fatto qualcosa perché gli conveniva. E' normale, non è un peccato mortale. In fondo, sei tu che vivi la tua vita, dunque non vedo perché non provare a viverla al meglio (non dico che debba mettere i piedi in testa agli altri, ma solo che ogni tanto pensare a te stesso è importante).
Non solo questo.
E' un modo per ricordarsi quando ci si è scambiati un bacio, il primo. Che è vero che non si scorda mai, ma forse non si dimentica mai anche per questo. Fissarsi in mente una data, se fatto per piacere e non per costrizione dell'usanza, è sintomo di profondo interesse verso quella persona. Eccezion fatta per gli psicotici come me che ricordano i numeri a memoria senza troppe difficoltà (badate bene, solo numeri però, ormai sapete negli altri campi quanto possa essere fallace la mia memoria), è quasi impegnativo.
Però non sono pochi quelli che vedono una data come un qualcosa che poi ti obbliga a regali, a feste forzate, a qualcosa che poco ha a che vedere con l'istintività dell'amore. Non posso dargli torto, dopotutto, ma per me la questione è un po' più complessa. Perché non vedo la storia del regalo come un obbligo, in quanto posso comprarlo quando voglio co...

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Ci sono giorni in cui riflettere è necessario, e oggi è uno di quei giorni. Ho così tanti pensieri per la testa che trovo difficoltà a focalizzare l'attenzione su determinate cose.
Non mi piace questo, perché è vero che amo essere eclettico, ma un troppo fare rischia poi di sfociare nella superficialità, dunque nell'errore, i quali aiutano si a migliorarsi, ma meno se ne fanno, meglio è, in certi momenti.
Tante passioni, tanti desideri, tante paure...
Ebbene si, anche paure. Credo che sia normale temere qualcosa, perché ti fa approcciare con la giusta umiltà agli eventi. Ovviamente non bisogna esserne terrorizzati, ma timorosi. Una paura rispettosa, per capirci.
La cosa che forse più apprezzo di me è il piacere per le sfide. Quando qualcosa mi mette paura, sono motivatissimo ad affrontarla. E riflettere mi aiuterà.
Voi come agite quando siete pieni di domande e con poche risposte? E soprattutto, come agite quando molte di queste vi lasciano dei timorosi dubbi?

Buonanotte!

Oggi voglio scrivere un sussurro che sia considerabile davvero tale.
Un pensiero breve, eppure molto significativo. Ce l'ho in testa da un po', oggi.

Alle volte bastano le piccole cose per aprirti gli occhi. Come rimanere in macchina dalle tre alle cinque del mattino a chiacchierare di totali frivolezze divertenti con un gruppo di Amici.
Non c'è da aggiungere nulla, non c'è da dire nulla in più.
Ci si diverte con niente, serve solo la sincerità e la voglia di stare assieme.
Il tempo vola, nemmeno te ne accorgi.
Quando capitano momenti così ti rendi conto che, dopotutto, qualcosa di vero tra due persone* può esserci.
Non serve altro per rendere il mondo un posto più bello.

Buonanotte!



*non legate da un vincolo di sangue.

Penso che stasera sia ufficialmente il record. Mai prima d'ora ho fatto così tardi.
Ma non importa, ho passato forse una delle serate più divertenti della mia vita.
Vi garantisco, ho riso da quando sono uscito di casa a ora che sono tornato, quasi alle lacrime. Posso dunque spuntare la voce "Ridere fino a star male" dalla lista delle cose da fare nella vita.
Ora però necessito di turbo. Speriamo che le mie dita reggano questo gravoso fardello.

Stanotte il Salame che ci terrà compagnia è "Betman"

No, miei carissimi lettori, non è una storpiatura di Batman, né un suo lontano cugino.
Innanzitutto è un salame quasi essenzialmente maschile che veste solitamente in maniera sportiva, al limite del trasandato. Giaccone sportivo pesante, felpa calda munita di cappuccio e tasconi sulla pancia, tuta o jeans di un qualunque tipo. Non ha bisogno di altro, tanto è sufficiente per coprirlo. Davvero indispensabile sono per lui gli accessori. Immancabile il cadavere ancora caldo di quella che fu una penna, la quale ancora qualche sospiro di vita sembra avere. Assieme a questa, ancor più importante, il foglio delle quote delle scommesse sportive della giornata.

Ebbene si, il nostro caro amico è uno scommettitore. Il nome Betman deriva infatti dall'unione di bet (scommessa) e man (uomo) e ne delinea alla perfezione la caratteristica principale: la necessità fisica e mentale di dover piazzare una scommessa. E' un bisogno imprescindibile, correlato da attente analisi delle statistiche dell'evento su cui ha deciso di puntare. Egli infatti è uno studioso della materia a tal punto da conoscere le classifiche e gli ultimi risultati anche delle competizioni più improbabili, come il campionato della Repubblica delle Banane di Svervegia. I più esperti arrivano a conoscere perfino il valore attribuito dai bookmakers alla vittoria di Paperino contro Rosita del Mulino Bianco (allenata dal celebre Antonio Banderas)
Sono delle calcolatrici ambulanti in questo ambito e molti credono di avere il segreto del successo, sebbene spesso sbaglino di poco le previsioni, quel tanto che basta per sbagliare la scommessa.
Insegue però il sogno di poter gridare sui social network che preferisce la gioia qualora dovesse prendere la sua giocata.
Alcuni esemplari, con l'innesto della tecnologia, hanno perso però il gusto della passeggiata giornaliera verso il centro scommesse. Questo perché l'utilizzo di smartphones muniti delle giuste applicazioni o la navigazione in internet tramite pc consentono di poter piazzare scommesse multiple non solo saltando le classiche file presso gli esercenti sopracitati, ma anche evitando di dover uscire di casa, soprattutto in giornate dal tempo atmosferico incerto (se non addirittura brutto).

Non gode di problemi nell'approccio con l'altro sesso, in quanto dopotutto è un esemplare di Salame che, a parte questa sua caratteristica principale, potrebbe coesistere t...

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Domani sarà una giornata piena, oggi anche lo è stata e ora necessito solo di riposo, meritato o meno che sia.
Però qualcosa devo scrivere e voglio scrivere.
Ultimamente sono anche parecchio ispirato, tant'è vero che la mia scrivania è invasa di post-it e resti di questi, sui quali scrivo i miei progetti futuri (sia per questo blog che non) e accartoccio quelli superati, ormai vecchi.
L'inventore di questo oggetto ha tutta la mia stima.
Ho parlato (?) della mia memoria assai scarsa, dunque capirete quanto questo semplice oggetto possa salvarmi la vita a più riprese. Con un piccolo foglietto e una penna posso appuntarmi tantissime cose, e l'efficienza è molto migliore della tecnologia, a volte fin troppo bloccata in schemi predefiniti che non sempre risultano immediati.
Praticità, rapidità, memoria. Tre parole che descrivono una delle invenzioni dell'umanità di cui ho maggior rispetto.
Devo dire un enorme, immenso grazie a questo genio, di nome Arthur Fry, per avermi regalato un modo concreto per non perdere la mia moltitudine di idee nei meandri oscuri che i miei innumerevoli flussi di pensiero creano.
Mi hai risolto una quantità incredibile di problemi.

Buonanotte, miei carissimi lettori.

PS: Me ne vado così, con un misero sussurro di ringraziamento verso l'inventore dei post-it. Mica posso scrivere sempre kilometri di parole! Però uso questa tranquillità per un annuncio di servizio. Durante questa pausa invernale vi regalerò qualche sorpresa. Dunque, stay tuned

Dopo aver passato una bella serata ecco il mio solito appuntamento pre-dormita.
Ci ho messo un po' a pensarlo, sono sincero, perché sebbene l'argomento fosse ben chiaro nella mia mente, avevo l'imbarazzo della scelta su ciò che avrei messo in questo sussurro. Solo ora mi sono finalmente deciso. Un parto, quasi.
Ma veniamo subito al punto. Stanotte è la notte dei Dieci...
Chi o cosa sono?

Ecco a voi le dieci cose che non dimenticherete mai di vostro padre!

• LE DORMITE SUL DIVANO
  Dopo una giornata di lavoro, rientra a casa. Mangia, se non lo ha già fatto e se ne ha voglia, quindi il film (o le partite di calcio) prima di andarsene a letto è un obbligo. Si sdraia, i più raffinati sistemano anche cuscini e copertina, il tempo di contare fino a tre e ronfa come un ghiro. Dei film ricorda solamente la prima scena e l'ultima (se si è svegliato in tempo, altrimenti i titoli di coda), delle partite si accontenta del risultato dopo i novanta minuti.


• IL RUGGITO DELL'UOMO TIGRE
  E' tardissimo. Apri la porta di casa in modalità ninja, vai verso la tua camera di soppiatto e all'improvviso la terra trema. Cerchi di tenerti allo stipite della porta, ma non puoi, perché quel movimento sismico è accompagnato da un fragoroso boato che ti costringe a tapparti le orecchie. Per un attimo pensi che sia la guerra, ma ormai sei troppo abituato, e riconosceresti quel fragoroso rombo di tuono russante fra altri cento miliardi.


• GIORNATE DI GIOCO
  Quei pomeriggi passati insieme, a giocare ai giochi più disparati, erano più belli. Imparavi a lavorare di fantasia, imparavi a ragionare, imparavi perfino a saper vincere e perdere. Tramite il gioco ha sempre fatto passare preziosi insegnamenti che ti son serviti anni per capirli davvero in fondo. E ora non puoi che dirgli grazie.


• L'OCCHIATACCIA CHE VALE MILLE STRIGLIATE
  A differenza della mamma, magari più impulsiva con le strigliate, lui difficilmente alzava la voce. Dopo che lo faceva una volta, sapevi perfettamente quali erano i suoi limiti, e quell'occhiataccia che ti ammoniva quando li stavi per superare era più temibile di una minaccia Nord-Coreana di una guerra atomica. Un altro passo e...


• LA MANO PESANTE
  e giù la legnata. Anche qui, a differenza della mamma, non lo faceva praticamente mai. Però ognuno di noi ha assaggiato la mano di ferro del proprio genitore, specie noi maschi, magari un po' più vivaci, quando riuscivamo malauguratamente a fargli oltrepassare quel limite. Bastava uno sganassone fatto bene per rendersi conto dell'errore, e sono piuttosto sicuro che dopo quello nessuno di noi si è dimostrato recidivo


• LA CAPACITA' DI DIRE SEMPRE LA COSA GIUSTA AL MOMENTO GIUSTO
  I momenti in cui sei giù, i momenti in cui ti serve una mano, così come quelli opposti, dove tutto gira bene e nulla all'infuori di quanto si abbia è necessario. Sapeva sempre cosa dire. C...

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Eccomi qua, rigenerato fisicamente, un po' meno per il morale visto che la mia squadra del cuore, la mia fede, è uscita dalla competizione calcistica più importante per una squadra di club. Peccato. Ora però è importante non disunirsi, e non sarà semplice.
In ogni caso, è un po' che lo promettevo questo sussurro, finalmente lo scrivo.
Di che si tratta?
Ho parlato di mamme e di papà, ma dei fratelli e delle sorelle mai. Un sussurro lo meritano anche loro, no?
Perché, dopotutto, sopportano le nostre follie. Beh, forse è più giusto dire che lo facciamo a vicenda, ma è sempre un rapporto speciale. Un legame di sangue misto a un legame nelle anime, che potrebbe sembrare più debole di quello con un amico, ma solo in apparenza. In realtà è duraturo, indissolubile, a prescindere dalle discussioni. E' un qualcosa di unico, fatto di dispetti, di complicità, di prese in giro e belle parole. Sono coloro che magari certi giorni ti staranno anche sulle scatole, arrivando anche a pensare che è necessario sopportarli perché non ce li siamo potuti scegliere, ma che il giorno dopo, se non addirittura prima, sanno prontamente smentirti con dei gesti semplici ma che valgono tanto, troppo.
Sta lì, anche non consapevole, ad aiutarti quando ti serve, a tirarti su. Anche con i suoi scherzi, anche con la sua fastidiosa compagnia. E' sempre presente, quasi invadente, ma mai sgradito.
E' da questo rapporto che mi piace prendere spunto per costruire delle amicizie. Perché è più solido della semplice amicizia, e lo è perché si conoscono tutte le singole sfaccettature del fratello o sorella che sia. Se ne conoscono i peccati, se ne conoscono i pregi, e si impara ad accettare ed apprezzare ognuno di questi. Ne dipingono ogni sfumatura, ne colorano quei dettagli che fanno sì che il vostro legame non sia mai noioso, sebbene alle volte non riceviamo esattamente ciò che vorremmo. Sono dell'idea che solo in questo modo, ossia conoscendo nel bene e nel male una persona, un rapporto, di qualunque genere sia, possa essere duraturo. Se non ci fosse quella componente negativa, ci sarebbe un problema che non stiamo affrontando, al quale non diamo peso, e che presto o tardi si abbatterà, minando il legame.
Un fratello quel "problema" te lo sbatte con violenza in viso il primo giorno, allora capisci di volergli bene anche per questo. Perché è così, e non lo cambieresti per nulla al mondo. Perché apprezzi quando ti da fastidio, e lo fai perché sai che sarà ancor più bello e sorprendente quando ti sarà vicino.
E' una certezza.
La certezza che con lui accanto ti senti più vicino a casa.
E non è poco.
Non lo è per niente.

Non ce la faccio.
Non ce la faccio a fare il sussurro che avevo in mente.
Nulla di preoccupante, anzi forse qualcosa di incredibilmente incoraggiante.
Cosa?
Sono stanco.
Di solito la stanchezza non mi tocca, tengo bene il sonno e la fatica. Ma ogni tanto sono dell'idea che sia necessario sentirla un po'. Non solo perché in questo modo mi sento un po' più normale, ma anche perché è come rallentare un po', smettere di vivere sempre con il piede sull'acceleratore e fermarsi un paio di secondi a vedere ed ammirare ciò che ci circonda. La frenesia dell'era moderna pregiudica questo, e già ritaglio con difficoltà dei momenti per me. Ora che posso, ora che sono stanco, vogliate perdonarmi, me li concedo.
E poi così verrà un binomio mercoledì-giovedì notte su temi simili, il che mi fa andare a letto anche con meno patemi d'animo.
Perciò concludo qui il mio sussurro (OMG!), lasciandovi con questo consiglio:
Se potete, quando potete, rallentate un po' e godetevi quelle piccole cose che il mondo vi offre, dalla luminosità di una stella al piacere di dormire, dalle gocce di pioggia a una camminata lunga invece di prendere l'automobile. Se per voi sarà la prima volta, scoprirete di esservi persi tante belle sensazioni semplici che regalano sempre un sorriso e sanno metterti ogni volta di buon umore.

Buonanotte!

Mi mancavano le giornate così piene di movimento. Avevo quasi dimenticato il piacere di abbandonarsi alla stanchezza quando ci si butta poi sfiniti nel letto.
Lo so, avevo promesso che avrei continuato il discorso familiare, e le promesse le mantengo.
Ma non stasera.
Non incide solo la stanchezza, né tantomeno l'orario, ma qualcosa di più interessante.
Tempo fa dissi che, una sera, quando meno ve lo aspettavate, avrei fatto un sussurro sul perché mi piacessero particolarmente le cravatte.
Mi è piaciuto buttarvi lì l'idea senza poi portarla a termine, così da farvi quasi dimenticare di avervelo detto.
Il senso di questa "mossa"?
Beh, dai, sono convinto che qualcuno di voi, leggendo l'argomento di questo sussurro qualche riga qui sopra, un:"Ah, già!" se lo sarà lasciato scappare. E mi fa piacere se così è stato, perché significherebbe che qualcosa di quello che scrivo, perfino una cosa stupida come questa, vi è rimasta, dunque sto procedendo nella giusta direzione.
Inoltre posso essere breve perché vi accennerò più o meno il discorso, ma non rivelerò i miei segreti così facilmente.
Che poi di segreto c'è ben poco, ma se ve lo dicessi...
Capirete fra poco.
Innanzitutto c'è da dire che è un accessorio molto elegante, e già solo per questo mi piace.
Poi inutile dire che, specie tra i ragazzi della mia età, è difficile vederle indossate. Forse perché fanno troppo "uomini", forse perché ultimamente si dice che "La gente che ha rovinato il mondo ha la cravatta, non i tatuaggi", io non saprei dirlo. So solo che mi sento (e mi piace sentirmi) maturo, per quanto questo possa non essere propriamente un bene. E non nego, come dicevo ieri, che il mio intento è cambiare qualcosa accendendo questo piccolo fiammifero che è il mio blog. Se davvero quella frase dice il giusto, io voglio essere l'eccezione. Sarebbe bello. Dunque perché non provarci?
Infine, ormai sono certo che avrete imparato a conoscermi un minimo. Di sicuro, visto quante volte rompo l'anima con la storia dei sogni, avrete capito che sono uno con le "visioni", nel senso che sono un perenne sognatore ad occhi aperti. E ho anche sempre sostenuto di essere un innamorato delle donne, in maniera alle volte fin troppo platonica perfino.
Proprio in merito, (ossia un mix di sogni, ragazze e cravatte, ma il tutto "agitato, non mescolato"), ci sarebbero un paio di gesti semplici, dolci, come piacciono a me, che potrebbero farmi viaggiare su una nuvola e sfiorare le stelle. Due "scene", due "sogni". Nulla di trascendentale, ripeto sono azioni semplici, ma per la mia mente malata e deviata sarebbero qualcosa di straordinario. E mi piace credere che la ragazza che capirà quali sono senza chiederlo, che realizzerà questi piccoli sogni demenziali, sarà una in grado davvero di spaccarmi a metà non solo il cuore, ma l'anima stessa, qualora volesse.
Sono tu...

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Anche stanotte sarò breve.
Ultimamente lo sono un po' troppe volte, forse anche questo mi rende particolarmente in sovraccarico con i pensieri. Ma già tempo fa vi dissi che tramite la scrittura riuscivo a farli defluire fuori dalla mia testa. Ovviamente scrivere un sussurro è poca cosa, il grosso, come dicevo giusto ieri, lo faccio scrivendo la mia storia.
Allora può saltar fuori la domanda: che scrivi a fare su questo blog?
C'è chi mi ha chiesto, qualche volta, se ciò che scrivessi fosse una sorta di sfogo per quanto mi accadeva nella vita reale.
A questo avrei in teoria già risposto in ogni sussurro che scrivo, ma userò quello di stasera per essere più preciso, più specifico, per poi riprendere domani con il filotto familiare.
I miei sussurri non sono sfoghi. Sono riflessioni, pensieri che prendono spunto dalla mia esperienza, da ciò che vivo nella vita normale. Non miro a mandare messaggi a persone specifiche, perché non sono la persona giusta per poter giudicare un qualcosa. Esprimo solo il mio punto di vista. Tant'è vero che tra i Salami finora descritti ci sono persino io, pensate un po'.
In realtà mi verrebbe da dirvi che sono in tutti i sussurri. In un modo o nell'altro, qualcosa di mio c'è sempre. Che sia un qualcosa che mi tocca direttamente, che sia la mia linea di pensiero, che sia ancor più semplicemente il mio modo di essere, non importa.
Ciò che davvero conta è quello a cui miro.
Perché dissi, tempo fa, che questo blog uno scopo ce l'ha.
Dovreste averlo anche capito: non lascio nulla al caso.
Vorrei, sebbene possa sembrare pretenzioso in questo desiderio, lasciare un ricordo, se non addirittura un sorriso in ognuno di voi, miei carissimi lettori. Qualcosa che possa farvi riflettere, qualcosa che vi metta quel punto interrogativo nella testa che bussa chiedendovi se una parte di ciò che descrivo si avvicini a voi, e se quella eventuale parte vi piaccia o meno.
Non ci sono poi doppi fini o messaggi velati verso nessuno. Però se vi sentite chiamati in causa, significa che dopotutto sono sulla giusta strada, la mia bussola funziona e non mi sto perdendo in una foresta-labirinto che inghiottirà presto me stesso e i miei sogni. Magari quella bussola non punta verso nord, ma forse non è lì che voglio andare. Un po' come Jack Sparrow in "Pirati dei Caraibi", solo un po' meno affascinante e un po' più psicopatico.
Ok, decisamente brutto nei suoi confronti, e decisamente più complessato.
Ma è normale. La vita del pirata non mi è mai piaciuta. Girare per il mare alle volte senza una vera e propria meta mi creerebbe un disagio interiore unico.
Quale?
Beh, ne ho giusto parlato qualche sera fa.
Mi piace sentirmi a casa.
Va be', torniamo al discorso e lasciamo perdere pirati, corsari, bucanieri e rum.
Giungiamo alla conclusione.
Non scrivo per sfogarmi, ma per "lasciar spazio" ai miei pensieri di correre, di fuoriuscire e di an...

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