Floating Whispers

  1. Whisper LXXXIII

    AvatarBy MorianDavis il 9 Nov. 2013
     
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    Una chiusa con gli amici a Call of Duty è sempre qualcosa di epico...

    Buonanotte, miei carissimi lettori.
    Eccoci qui per questo weekend che promette nuove scintille, soprattutto domani notte con l'ormai consueto appuntamento con la Teoria del Salame.
    Di solito i sussurri prima di questo sono quasi leggeri, ma oggi voglio toccare un argomento che deve essere toccato. Una cosa che ho sempre pensato e che mi son sempre promesso di dirvi, un giorno.
    Ed oggi è proprio quello giusto.

    Avete presente quando qualcuno domanda di voi ai vostri genitori? Dai, quella classica frase della serie: "E Morian?"
    La risposta è sempre la stessa. Da secoli. Sarà sicuramente così anche per voi, ma io vi giuro che la risposta su di me è sempre quella che ho odiato di più.
    "Eh, Morian studia, come sempre!"
    Forse avrete già capito i perché del mio astio nei confronti di questa risposta. Ciò nonostante voglio spiegarveli lo stesso.
    Una risposta del genere è il riassunto della banalità del mondo.
    Un po' come quelle conversazioni orribili in chat, che saranno capitate a tutti almeno una volta nella vita:

    "Ciao"
    -Ciao-
    "Come va?"
    -Bene tu?-
    "Tutto bene"
    -Che dici?-
    "Niente. Tu?"
    -Le solite cose-

    E muoiono così.

    Cazzo (scusate il francesismo, ma ci sta proprio a pennello), come si fa a definire una persona con una sola azione?
    Io mi sforzo ogni santo giorno di non essere banale, di dimostrarmi originale. Una risposta del genere annulla tutto il mio essere agli occhi di chi ascolta.
    Pare che non faccia altro nella vita. Non scrivo. Non penso. Non sogno. Non ho una vita sociale. Non ho la passione per il cinema, per i libri e la letteratura, per la buona musica, per i giochi di intelletto e di strategia, per la statistica e la probabilità, per il calcio o il poker. Non faccia il possibile per pesare poco sulla mia famiglia, non tenda una mano a chiunque ne abbia bisogno, senza perché o come. Non mi innamoro, non mi arrabbio.
    Sono uno stronzo lobotomizzato solo come un cane che passa intere giornate chiuso su un dannatissimo libro universitario.
    E se per caso smettessi di farlo? Cosa sarei? Quale diventerebbe la risposta a tale domanda?
    Ah non ne ho idea. A quel punto forse sarei ridotto a un simbionte succhia-soldi nullafacente, ma magari per gentilezza la definizione alla mia persona sarebbe un'altra azione che accumulerebbe nuovamente su di sé tutta la banalità di quella precedente.
    E poi seriamente, se assegnassi una percentuale a tutti i miei interessi, sarebbe di sicuro quella più alta, ma non sfiorerebbe nemmeno il 10% della totalità mio essere. E' dunque proprio la descrizione peggiore possibile!
    Non pretendo una cosa dettagliata, né un'esaltazione della mia personalità eccessiva, sia chiaro. Solamente una risposta più veritiera. Più elegante, sofisticata, introspettiva, come potrebbe essere "Morian fa tante cose", o "Morian sogna", o ancora "Morian vive". Frasi che lasciano la possibilità a chi ascolta di immaginarsi qualcosa di me di diverso dal robot gobbo chino sui libri. Qualcosa di più originale, qualcosa di più vago e al contempo interessante.
    Insomma, qualcosa più simile a me.

    Il mio obiettivo stanotte è uno e uno solamente. Se mai avrete figli, o se ne avete già, alimentate la loro creatività anche da queste piccole cose. Spingeteli ad essere di più di una cosa sola. Non etichettateli mai.

    A domani.
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