Floating Whispers

Come vi avevo annunciato nel precedente posto, eccomi qui (di nuovo, purtroppo per voi) a raccontarvi il perché di questo nome al mio blog.
Molti di voi già conoscono i miei metodi, per dirla alla Sherlock Holmes. Sanno ormai fin troppo bene che ogni mia parola, ogni mia azione ha un ben preciso fine, in quanto non mi piace lasciare nulla al caso.
Ecco, immaginatevi uno psicopatico del genere che affina tale "arte" per anni e anni.
Ma che c'entra con il nome di questo blog?
Quanta fretta! Lasciatemi finire la mia piccola (oh, no!) premessa.
Dicevo (e, a questo punto, io mi alzerei dalla poltroncina con i miei popcorn, andrei alla cassa iracondo, reclamando indietro i soldi del biglietto per questo pessimo film), questo mio modo di fare l'ho allenato per anni, a tal punto che adesso, e forse anche prima, certe cose mi escono così, di getto. Impulsive, quasi irrazionali. E' un ossimoro, se ci pensate (ossimoro è l'accostamento di due termini di significato opposto, come ad esempio "silenzio assordante" oppure "seriamente divertente"). Ragionamenti meditati che vengono fuori con la velocità delle idee illuminanti. E alle volte sono così tanti e inarrestabili che devo farli uscire dalla mia testa, in qualche modo (scrivere è uno di questi). Come fossero flussi attraverso tubature, fiumi che scorrono verso il mare. Non potrei, a quel punto, continuare a lasciarli galleggiare nella mia mente, ma devo lasciarli libere di volare.
Floating, appunto, in questo contesto. Deriva dal verbo 'to float', galleggiare, e nella forma in -ing prende dunque il significato di galleggianti.
Whisper invece è una delle parole più belle che io abbia mai sentito. Una di quelle parole che ti colpisce per la sua meravigliosa musicalità, non so se avete presente. Significa bisbiglio, sussurro.
Si, lo so. Sono malato. Mi innamoro delle parole. Del loro suono, della loro dolcezza.
Ma ditemi, voi no?
Non vi credo.
Non credo che nessuno abbia mai provato queste sensazioni. Significherebbe che nessuno di voi ha mai amato.
Mi spiego meglio: nessuno è mai rimasto inebriato dalle parole che un partner può sussurrarvi con dolcezza in uno sguardo intenso, in un momento carico di emozioni, di sentimenti, di passione?
Nessuno si è mai emozionato al messaggio di un amico, al "ti voglio bene" di un figlio, di un nipote?
Su, conoscete anche voi tutto questo. Solo che, come non tutti si abbronzano fino a diventare neri, come non tutti sopportano l'alcool allo stesso modo, anche queste parole hanno effetti diversi. C'è chi ha bisogno di vivere forti emozioni e chi, invece, le emozioni le vive costantemente ad occhi aperti...

Sussurri galleggianti, dunque. Come quelle parole che continuamente ronzano nella mia testa, desiderose di uscire. Non fanno chiasso, aspettano e si moltiplicano, ispirandomi ogni volta, dandomi idee, speranze, sogni. Motivi per cui lottare ogni secondo. Motivi per cui sorridere sempre.
Anche quando c'è qualcosa che non va come vorresti. Anche quando rimani deluso. Sanno sempre darti un sorriso nuovo, come un sole che non smette mai di sorgere.
Io non voglio essere il tipo con il megafono che vi sveglia la mattina alle 6 gridando:"Donne, è arrivato l'arrotino!".
Non voglio bussare alla porta della vostra casa nei momenti meno opportuni per propinarvi le idee mie e dei miei fratelli su Nostro Signore, mostrando qualche volantino poco convincente.
Non voglio essere nemmeno la fastidiosa zanzara che non vi fa dormire la notte.
Ciò che mi piacerebbe essere è quel pensiero meraviglioso che vi concilia i sogni, lasciandovi un sorriso poco prima di abbandonarsi a Morfeo. La pacata brezza che rinfresca dall'arsura di certe giornate afose. La piacevole sensazione di leggerezza quando ci si dondola su un'amaca, o quando il mare culla il materassino sul quale ci rilassiamo.
Proprio come questi sussurri fanno con me.
E allora, come potevo non chiamare così questo blog?