Floating Whispers

  1. Whisper CXLVIII

    AvatarBy MorianDavis il 13 Jan. 2014
     
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    Oggi sarò breve e diretto, un po' per l'ora tarda, un po' perché così le mie parole faranno più eco.
    Il motivo per cui ho fatto tardi stanotte è lo stesso problema che tratterò stanotte:
    Non giudicare nessuno.
    Non riesco proprio a capire perché per molti sia così difficile capire questo semplice concetto. Siamo tutti portati a giudicare, come se dando il nostro parere su una determinata persona ci sia possibile cambiarla e renderla migliore ai nostri occhi. Ne abbiamo per chiunque, e vi renderete conto che farlo è facile e può perfino assuefare.
    Vi domando: chi siamo noi per giudicare?
    La risposta è piuttosto ovvia: siamo uomini. In quanto tali, siamo forse perfetti? Non commettiamo mai errori? Non parliamo mai a sproposito? No, certo che no. Come può un essere così speciale avere simili imperfezioni? Come potrebbe guardarsi allo specchio? Come potrebbe vivere con gli altri?
    Miei carissimi lettori, sapete meglio di me che noi siamo incatenati al libero arbitrio. Dannatamente legati a questa facoltà di poter scegliere autonomamente.
    Dunque perché le scelte che noi consideriamo giuste debbano essere tali anche per il nostro prossimo?
    Non c'è un perché. Lui è libero di sbagliare come vuole, di dimostrarci come preferisce che siamo noi in errore, ma per noi non deve avere importanza cosa lui sceglie. Specie nell'amicizia questo non dovrebbe valere. Possiamo stare lì a dare sostegno, a incitare, a consolare, ma non di certo a giudicare. Non è compito nostro.
    E poi immaginate se ognuno seguisse alla lettera i vostri consigli. Vi ritrovereste presto in un mondo di soli voi, meraviglioso per i primi cinque minuti, collassato nel disgusto appena scaduto questo limite. In un mondo del genere, dove sarebbe la discussione, che tanto ci allontana quanto ci avvicina? Dove sarebbe lo scambio di opinioni, di idee, la condivisione di sogni, paure e speranze e tutte quelle cose che ci rendono così diversi, così incompatibili, eppure così fondamentali gli uni per gli altri?
    Perfino la Luna ha un lato oscuro. Ci convive e, senza di questo, non sarebbe la stessa.
    Noi siamo così. Diversi e simili al contempo.
    E viviamo per questo. Per trovare l'altra metà della nostra mela o, nel mio caso, il lato illuminato della mia Luna.
    Perché allora giudichiamo, nella speranza di trasformare tutto questo mix di colori in un apatico grigio?
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