Floating Whispers

  1. Whisper CXLIV

    AvatarBy MorianDavis il 9 Jan. 2014
     
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    Mi piace essere considerato un uomo e non più un ragazzo. Mi è sempre piaciuto sentirmi responsabilizzato, grande sotto tanti punti di vista. Non posso negare che, sebbene i miei genitori mi abbiano sempre dato tanto, e continuano a farlo, ho sempre desiderato la totale autosufficienza. Forse questa sarà solo un'altra manifestazione del mio essere sociopatico, forse invece è figlia di ragioni ben più profonde, non so dirvelo. L'unica cosa che so è che adoro saper fare qualsiasi cosa, dunque è anche e soprattutto per questo che amo essere autosufficiente. Non dover dipendere da nessuno per risolvere i problemi non è poco, anzi è davvero qualcosa che indica quasi completezza, versatilità.
    Ma c'è una cosa che invidio da sempre e invidierò per sempre alla mia fanciullezza, e a quella di ogni altro bambino.
    Questa cosa è la capacità di mantenere sempre l'entusiasmo.
    Da bambini non c'è mai nulla che ci affligge. Siamo sempre iperattivi, ipercontenti. Mai una cosa non ci va giù, e anche quando la troviamo, dimentichiamo quella momentanea tristezza in un battito di ciglia. Basta la minima cosa per farci trovare lo stimolo a fare anche la cosa più odiata, e non la facciamo mai controvoglia perché scopriamo sempre come possiamo divertirci. Come quando ti chiedevano di mettere a posto i giochi: sapevi che non ti andava di farlo, ma dovevi farlo, perciò cercavi sempre il modo più bello per approcciare a tale impresa quasi impossibile, inventando giochi, gare e chissà quante altre soluzioni per superare il problema.
    Crescendo questa facoltà si perde. Ci sono poi persone che, come me, quando perdono l'entusiasmo in una cosa, non solo non riescono a trovarlo più, ma non sanno proprio fare quella cosa, nemmeno a forza. E' vero, io mi entusiasmo facilmente per tante, tantissime cose, ma una volta che una di queste perde l'attrattiva per un qualunque motivo, è impossibile che riesca a ritrovarla. Non c'è altra via, e la trascino avanti come un peso, una palla al piede che mi impedisce di saltare e mi vincola a terra. Forse questo è il mio modo di essere salame, forse questo è uno dei miei limiti che devo superare per migliorarmi. Ma certe palle al piede sono legate bene alla caviglia, sono pesanti e senza la giusta chiave staccarsele di dosso è difficilissimo. Puoi provare a forzarle, ma il rischio di farti male è alto. Puoi provare a scassinarle, ma ti mancano gli arnesi giusti. Trovare la chiave invece è come cercare un ago in un pagliaio.
    E allora cosa fare, continuare ad andare avanti senza entusiasmo?
    Dico questo: anche la più tenace delle persone ad un certo punto arriva ad un vicolo cieco, quando si trova davanti questo problema. A quel punto può rischiare, ma mai tornare indietro. O entra in uno dei palazzi di quel vicolo e cerca una seconda uscita, oppure si lancia dritto contro il muro che lo separa dall'ignoto.
    Per i miei problemi, per superare i miei limiti, prima o poi deciderò. Quel prima o poi si riferisce solamente al momento in cui quel la strada finirà, e vi giuro che mi sembra di vederne quasi il termine. Ma sono miope, e questo pesa parecchio.
    Voi invece come vi rapportate con l'entusiasmo? Sapete ritrovarlo? Sapete soprattutto non perderlo?
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